Il Greenwashing nel tessile

Giu 4, 2025 | LAVORAZIONI TESSILI | 0 commenti

Written By Massimiliano Rosa

Greenwashing nel tessile: come smascherare i falsi prodotti sostenibili e riconoscere quelli autentici

Nel mondo della moda sostenibile, distinguere i veri prodotti etici dalle strategie di marketing ingannevoli è diventato fondamentale. In questo articolo firmato Rosa Tessile analizziamo il fenomeno del greenwashing nel settore tessile: cos’è, perché è così diffuso, come riconoscerlo e quali strumenti pratici usare per evitarlo. Il tema si collega a contenuti già affrontati nel nostro blog, come la guida al Cotone biologico vs cotone tradizionale e l’approfondimento sulle Certificazioni tessili sostenibili. nel settore tessile: cos’è, perché è così diffuso, come riconoscerlo e quali strumenti pratici usare per evitare trappole comunicative. Una guida completa per consumatori e professionisti del settore moda.

🟩 Greenwashing: definizione e radici del fenomeno

Il termine “greenwashing” è stato coniato negli anni ’80 da Jay Westerveld, per denunciare le pratiche ipocrite di alcune catene alberghiere che, pur non essendo sostenibili, chiedevano ai clienti di riutilizzare gli asciugamani “per il bene del pianeta”. Oggi, il concetto si è esteso a molteplici settori, e nel tessile assume un ruolo centrale.

Le filiere produttive della moda sono complesse e spesso poco trasparenti. Questo rende facile per i brand apparire più sostenibili di quanto siano realmente. Bastano slogan vaghi, una collezione “green” o una generica promessa di cambiamento per convincere un pubblico sempre più attento. Ma il greenwashing non è solo scorrettezza comunicativa: è un ostacolo concreto alla trasformazione del settore.

🟩 Perché il greenwashing è così diffuso nella moda?

1. La moda è tra le industrie più inquinanti al mondo

Secondo la Ellen MacArthur Foundation, l’industria tessile genera più emissioni di CO₂ dell’intero settore aereo e marittimo messi insieme. Produce 92 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno, consuma 79 miliardi di metri cubi d’acqua e è una delle principali cause della diffusione di microplastiche nei mari.

2. La pressione dei consumatori è in crescita

I clienti (soprattutto giovani) chiedono sempre più trasparenza: vogliono sapere da dove proviene un capo, come è stato prodotto, quali impatti ha generato. Questo spinge i brand a “colorarsi di verde”, anche solo in apparenza.

3. La sostenibilità come leva commerciale

Essere percepiti come “green” porta benefici reputazionali, aumenta le vendite e rafforza la fidelizzazione. Ma cambiare davvero costa. Ecco perché il greenwashing diventa una scorciatoia: mostrare ciò che il pubblico vuole vedere, senza cambiare davvero.

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🟩 Le forme più comuni di greenwashing nel tessile

Comunicazione vaga e non verificabile

Slogan come “eco-friendly”, “naturale” o “sostenibile al 100%” sono diffusi, ma spesso non supportati da dati, definizioni precise o certificazioni verificabili.

Percentuali minime di materiali sostenibili

Un capo può vantare la presenza di “cotone biologico”, ma se rappresenta solo il 5% del tessuto, il messaggio è fuorviante. Peggio se il resto è costituito da fibre sintetiche a base petrolchimica.

Collezioni simboliche

Un brand può lanciare una capsule collection green per ottenere visibilità, mentre il resto della produzione rimane fast fashion intensivo e insostenibile.

Certificazioni non ufficiali o opache

Alcuni marchi usano loghi simili a quelli ufficiali (es. GOTS o OEKO-TEX), ma non forniscono documenti pubblici o codici di tracciabilità.

🟩 Come smascherare il greenwashing: strumenti pratici

1. Analizza la composizione del capo

Verifica la presenza di:

  • Fibre certificate come GOTS, TENCEL™, lino europeo, canapa.
  • Materiali riciclati come GRS, ECONYL®.
  • Evita fibre miste difficili da riciclare (es. cotone-polietilene).

2. Controlla le certificazioni autentiche

Le più riconosciute a livello internazionale:

  • GOTS: biologico e tracciabile lungo tutta la filiera.
  • OEKO-TEX® Standard 100: assenza di sostanze nocive.
  • GRS: verifica materiali riciclati e responsabilità sociale.
  • Fair Wear / Fairtrade: tutela dei lavoratori.

Verifica sempre la presenza di un codice identificativo pubblico e rintracciabile.

3. Valuta l’intera strategia aziendale

Un brand veramente sostenibile:

  • È trasparente sulle materie prime e i fornitori.
  • Pubblica report ESG verificabili.
  • Riduce sprechi e packaging.
  • Offre servizi di riparazione, riciclo o take-back.

🟩 L’impatto del greenwashing su consumatori e ambiente

Il greenwashing disorienta i consumatori e penalizza i marchi virtuosi. Produce una falsa sensazione di sostenibilità che rallenta la transizione del settore.

  • Rende difficile distinguere chi è davvero impegnato.
  • Riduce la fiducia generale verso la sostenibilità.
  • Altera la concorrenza tra chi comunica e chi agisce davvero.
  • Consolida modelli di consumo compulsivo “pseudo-green”.

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🟩 Verso una moda più trasparente

Smascherare il greenwashing è fondamentale per costruire un sistema moda più giusto, trasparente e realmente sostenibile. Ogni scelta conta. Ogni acquisto è un atto di fiducia e responsabilità.

Rosa Tessile, da oltre 40 anni impegnata nella produzione di tessuti di alta qualità nel cuore di Como, crede in una moda trasparente, fatta di materiali certificati e processi controllati. Leggi anche il nostro articolo su Ricerca e Sviluppo Tessile per scoprire come innovazione e sostenibilità si integrano nei nostri processi. nel cuore di Como, crede in una moda trasparente, fatta di materiali certificati e processi controllati. Collaboriamo solo con partner che condividono i nostri valori e offriamo ai clienti garanzie concrete, non promesse pubblicitarie.

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Rosa Tessile Como,  Fondata nel 1983 dai fratelli Rosa, Giuliano e Franco, ha mosso i suoi primi passi come una piccola realtà artigianale, con i suoi quattro telai presi in prestito.

Eppure, ciò che mancava in risorse era più che compensato dalla visione audace e della dedizione instancabile dei soci fondatori.

Anno dopo anno Rosa Tessile ha saputo trasformarsi, crescendo con tenacia e puntando sulla qualità, un’ orditura perfetta, sull’innovazione e sulla sostenibilità, fino a diventare un punto di riferimento nei mondo dei tessuti di seta e dei tessuti di alta moda “Made in Italy”.

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